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L'ECCEZIONE CULTURALE NON E' NEGOZIABILE: un appello dei cineasti europei

Il 13 marzo 2013 potrebbe rivelarsi una data di svolta nel percorso storico europeo – un vero scandalo. In quella giornata, la Commissione Europea, guidata del Commissario Karel de Gucht, ha scelto di mettere sotto i piedi l’eccezione culturale, adottando la bozza di una trattativa di negoziato che include cinema e servizi audiovisivi tra gli ambiti della discussione degli scambi commerciali tra Europa e Stati Uniti, che avranno luogo nel corso della prossima estate. 

Sembrano dimenticate le parole appassionate del Presidente Barroso nel 2005: “in una scala di valori, la cultura viene prima dell’economia”. Spazzate via anche le dichiarazioni d’amore del Presidente Barroso per il cinema, quando i registi erano obbligati ad azioni di difesa del Programma MEDIA.

E che ne è stato dello slogan “l’Europa ama il cinema”? 

Alcun mesi prima della fine del suo mandato, non comprendiamo la traccia che il Presidente Barroso intende lasciare nella storia d’Europa. Al momento, sfortunatamente, predomina è l'immagine della rassegnazione culturale. Sembra persino aver dimenticato la sua stessa lezione di non molto tempo fa: “la cultura è la risposta alla crisi”. 

Ma siamo franchi: il trattato di negoziazione proposto è una rinuncia. È la capitolazione, il punto di rottura. 

Vent’anni fa, è qui, sul territorio europeo che è stata forgiata la comune volontà di supportare la creatività e di promuoverne la diversità.

La cultura è realmente il cuore dell’identità e degli ideali europei. 

Vent’anni fa, l’eccezione culturale faceva irruzione sulla scena internazionale, determinando il riconoscimento di uno status specifico per le opera audiovisive, in quanto non da ritenersi opere al pari delle altre e dunque da dover escludere da qualsiasi negoziazione commerciale. 
Vent’anni fa, grazie all’eccezione culturale, ottenuta a seguito degli accordi GATS, creatività e diversità linguistiche hanno visto il diritto di poter continuare a beneficiare di specifiche normative atte al loro supporto ed alla loro protezione. 

Il risultato è stato positivo per quanti volessero guardarlo con obiettività: la diversità culturale è oggi una realtà nella quasi totalità del territorio europeo, consentendo scambi e reciproca comprensione, rappresentando un vettore di crescita e di occupazione. 

L’Europa che tutti amiamo si è profondamente impegnata nel proprio contributo alla Convenzione UNESCO 2005 sulla Protezione e Promozione dell’Espressione della Diversità Culturale, ottenendone con orgoglio la ratifica nel 2006 da parte di altri 126 Paesi nel mondo. L’Europa che tutti amiamo è quella cui il mondo guarda con fierezza, in quanto iniziatrice e sostenitrice di questa grande idea. 

Con l’adozione del testo di negoziazione, che ridurrebbe la cultura ad un mero prodotto, la Commissione Europea (ad eccezione dei tre Commissari contrari in fase di voto) abbandona, di fatto, la propria posizione, inizialmente a favore dell’eccezione culturale, pertanto rinnegando i suoi stessi obiettivi ed impegni precedentemente assunti con l’art. 167 del Trattato di Lisbona, dimostrando una terribile duplicità. 

Odiamo quest’Europa che è pronta a sbarazzarsi dei principi della Convenzione ed in particolare del principio della sovranità culturale degli Stati. 

Se paragonata alla realtà degli Stati Uniti, nei quali l’industria dell’entertainment è il secondo grande settore di esportazione, la liberalizzazione del settore cinematografico ed audiovisivo comporterà la distruzione di quanto finora era stato protetto, promosso e sostenuto a favore dello sviluppo delle identità culturali Europee. Questa politica, in un contesto di eccessivi vantaggi economici per i giganti americani, sembra effettivamente un consapevole desiderio di mettere la cultura europea in ginocchio. 

Quanti, in nome dell’Europa, accetteranno tale prospettiva, saranno per sempre colpevoli agli occhi della Storia. La diversità culturale non deve essere soltanto un’altra moneta di scambio. Deve rimanere un’ambizione, una legittima esigenza ed un impegno. 

Non è troppo tardi!

Continueremo a lottare per la capacità dell’Europa di scrivere la propria Storia dalla prospettiva della diversità delle sue genti e delle sue culture e affinché i suoi cittadini di dare risposte profonde e complesse alle sfide del presente. 

I firmatari, provenienti da ogni luogo d’Europa, chiedono solennemente ai Capi di Stato di pronunciarsi a favore dell’esclusione del settore del cinema e dell’audiovisivo dai negoziati commerciali tra Europa e Stati Uniti

L’ECCEZIONE CULTURALE NON E NEGOZIABILE! 

FIRST SIGNATORIES
PREMIERS SIGNATAIRES
PRIMI FIRMATARI

Michael Haneke (Director - Austria)

Lucas Belvaux (Director - Belgium)
Stijn Coninx (Director - Belgium)
Jean-Pierre Dardenne (Director - Belgium)
Luc Dardenne (Director - Belgium)
Jaco van Dormael (Director - Belgium)
Joachim Lafosse (Director - Belgium)
Olivier Masset-Depasse (Director - Belgium)
Frédéric Sojcher (Director - Belgium)
Michal Wald (Director - Belgium)

Walter Salles (Director - Brazil)

Kamen Kalev (Director - Bulgaria)

Thomas Vinterberg (Director - Denmark)

Aki Kaurismäki (Director - Finland)

Jean-Jacques Beineix (Director - France)
Catherine Breillat (Director - France)
Jacques Fansten (Director - France)
Costa Gavras (Director - France)
Michel Hazanavicius (Director - France)
Laurent Heynemann (Director - France)
Agnès Jaoui (Director - France)
Pierre Jolivet (Director - France)
Radu Mihaileanu (Director - France)
Olivier Nakache (Director - France)
Bertrand Tavernier (Director - France)
Eric Tolédano (Director - France)

Fred Breinersdorfer (Screenwriter - Germany)
Jochen Greve (Screenwriter - Germany)
Volker Schlöndorff (Director - Germany)
Margarethe von Trotta (Director - Germany)

Tassos Boulmetis (Director - Greece)

Bela Tarr (Director - Hungary)

Marco Bellocchio (Director - Italy)
Leonardo di Costanzo (Director - Italy)
Emanuele Crialese (Director - Italy)
Giorgio Diritti (Director - Italy)
Sabina Guzanti (Director - Italy)
Daniele Luchetti (Director - Italy)
Ivano de Matteo (Director - Italy)
Ettore Scola(Director - Italy)
Silvio Soldini (Director - Italy)
Paolo Sorrentino (Director - Italy)
Paolo Taviani (Director - Italy)
Vittorio Taviani (Director - Italy)
Marco Tullio Giordana (Director - Italy)
Paolo Virzi (Director - Italy)

Šarūnas Bartas (Director - Lithuania)
Arunas Matelis (Director - Lithuania)

Robert Alberdingk Thijm (Screenwriter - Netherlands)

Jane Campion (Director – New-Zealand)

Eva Sørhaug (Director - Norway)
Joachim Trier (Director - Norway)

Jerzy Skolimowski (Director - Poland)

Marian Crisan (Director - Romania)
Tudor Giurgiu (Director - Romania)
Catalin Mitulescu (Director - Romania)
Cristian Mungiu (Director - Romania)
Radu Muntean (Director - Romania)
Calin Netzer (Director - Romania)
Corneliu Porumboiu (Director - Romania)
Cristi Puiu (Director - Romania)
Razvan Radulescu (Director - Romania)
Adrian Sitaru (Director - Romania)
Ada Solomon (Producer - Romania)

Pedro Almodovar (Director - Spain)
Montxo Armendariz (Director - Spain)
Pablo Berger (Director - Spain)
Isabel Coixet (Director - Spain)
Angeles González-Sinde (Director - Spain)
Fernando León de Aranoa (Director - Spain)
Loles León (Actress - Spain)
Joaquim Oristrell (Director - Spain)
Rosa María Sardá (Actress - Spain)
Santiago Tabernero (Director - Spain)
Fernando Trueba (Director - Spain)
Enrique Urbizu (Director - Spain)
Felix Viscarret (Director - Spain)

Lionel Baier (Director - Switzerland)
Ursula Meier (Director - Switzerland)

Stephen Frears (Director - United-Kingdom)
Mike Leigh (Director - United-Kingdom)
Ken Loach (Director - United-Kingdom)
Roger Michell (Director - United-Kingdom)
Rebecca O’Brien (Producer - United-Kingdom)
Hugh Stoddart (Screenwriter - United-Kingdom)
Susanna White (Director - United-Kingdom)

David Lynch (Director - United-States)

Aggiornata l'ultima volta da Maurizio Caminito 9 Giu 2013.

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