movimENTI CULTURALI

Archivi, biblioteche, libri e musei. Attività e progetti di innovazione

La recente vicenda romana dei cosiddetti "teatri di cintura" fa riflettere. Stiamo parlando del Teatro di Torbellamonaca, del Teatro Biblioteca Quarticciolo e del Teatro del Lido di Ostia. Come si sa quello della piccola rete di spazi teatrali nella periferia romana che il Comune di Roma aveva messo in piedi ha rappresentato finora uno dei pochissimi esempi di sperimentazione nel nostro paese di una "nuova" tipologia di spazi culturali pubblici, che si sta affermando da almeno dieci anni in tutta Europa.

Vediamo più da vicino di che si tratta e, soprattutto, quali sono i principi, ormai irrinunciabili, cui si ispirano queste esperienze.

La premessa è innanzitutto la volontà da parte delle istituzioni locali di intervenire in un'area del tessuto cittadino che presenti delle problematicità evidenti, quindi solitamente collocata nelle periferie urbane degradate. Il tema è quello dello spazio pubblico da rigenerare/riqualificare dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

I progetti che hanno dato risposte alla rigenerazione e riqualificazione di luoghi dismessi o da recuperare sono, ovviamente, differenti per funzioni, contesti, tipologie di utenti, soggetti coinvolti nella realizzazione.

Ma l'obiettivo centrale rimane quello del miglioramento della qualità della vita degli abitanti, dell’apertura dei quartieri degradati al resto della città e alla promozione della coesione sociale.

I processi di riqualificazione degli spazi pubblici, influendo sulla qualità della vita degli abitanti, sul loro senso di appartenenza ai luoghi e di sicurezza, possono, infatti, costituire un fattore decisivo nella riduzione delle disparità tra quartieri ricchi e poveri, contribuendo a promuovere la coesione sociale in una grande metropoli come in un'area vasta poco abitata.

In questo senso una cosa dovrebbe essere chiara ai nostri politici, di destra o di sinistra che siano: questo tipo di spazi rappresenta l'unico modo per caratterizzare una politica culturale degna di questo nome a livello locale. Assumere questa prospettiva in modo radicale significherebbe, in realtà, rovesciare completamente l'impostazione di una politica culturale locale vecchia e consunta. E di questo nel nostro paese anche le forze politiche di sinistra mostrano di non avere coscienza.

Il caso romano, tornando al punto di partenza di questa riflessione, è ancora una volta emblematico. E' chiaro che ci si debba porre il problema della sostenibilità economica nel tempo di tali progetti, ma, appunto, è questa la missione dell'ente locale. Non trovare soluzioni è sintomo di una profonda  inadeguatezza culturale e politica. Cercare scorciatoie, abbandonando questo tipo di progetti ad una non ben definita logica di mercato, che tutti sappiamo semplicemente non esistere in questo settore, oppure offrendo come unica alternativa la completa autogestione economica e culturale, offre la misura dell'arretratezza culturale della classe politica e della sua resa ad una gestione dell'esistente senza sguardo sul futuro.

In movimENTI CULTURALI abbiamo segnalato spesso la nascita di nuovi spazi o di nuove iniziative e progetti legati a questa specifica tipologia di interventi in tutta Europa. Si tratta ora di documentare con più continuità questi interventi, sottolineandone la valenza innovativa che, non ha caso, costituisce sempre una parte importante del progetto.

Aggiornata l'ultima volta da Maurizio Caminito 22 Gen 2013.

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