Sono in tutto 700 i beni militari “fantasma” sparsi lungo la penisola, stando ai dati forniti dal Ministero della Difesa. Dalla strada lungo la quale non marcia più alcun soldato, alla vecchia pista d’atterraggio che di aerei non ne vede passare da tempo. Dal campo sportivo al magazzino, dalla base logistica al rifugio alpino, dall’acquedotto alla torre, al bunker. Tutti immobili e terreni per i quali né regioni, né province, né tanto meno i comuni avevano manifestato alcun interesse. Neanche “a gratis”.

ECCO L’ELENCO DETTAGLIATO:
- Appostamenti e Ricoveri — 200
- Aeroporti / Campi sportivi / Basi logistiche — 1
- Caserme e fabbricati vari —106
- Depositi e magazzini — 34
- Gallerie e bunker — 36
- Rifugi alpini — 34
- Strade e acquedotti — 116
- Terreni — 34
- Torri, fortificazioni e fortini — 135
- TOTALE — 696

Ma dove c’è un bene, in realtà c’è una risorsa, per quanto trascurata. Di fronte al rebus economico rappresentato da un’ampia offerta senza alcuna domanda, l’approccio del Ministero della Difesa italiano spicca perché anticonvenzionale: si tratterà sostanzialmente di “regalare” quei beni alle persone d’ingegno, per un periodo di tempo fino a dieci anni. Dove per ingegno s’intende la formulazione di un preciso progetto di valorizzazione da parte di chi ne fa richiesta. E alla fine di questo processo, chi l’ha avviato avrà il diritto di prelazione sull’acquisto del bene.

Non esiste un profilo ideale, potrà essere qualunque privato cittadino, chiunque abbia un’idea. Che sia di natura imprenditoriale, artistica, o di volontariato, poco importa. La valorizzazione non implica necessariamente che se ne faccia un business. Tanto che potrebbero anche essere gli stessi comuni a proporsi, stavolta, con un’iniziativa d’interesse pubblico, come la realizzazione di un parco per la propria cittadinanza.

La norma sta per essere pubblicata, mentre l’ampio catalogo dei beni disponibili verrà proposto a puntate, un po’ alla volta (http://www.difesa.it/Pagine/default.aspx).

(FONTE: Ministero della Difesa, su elaborazione HuffPost)