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FAI: Un Paese che non investe nella Cultura è destinato alla decadenza

Dettagli evento

FAI: Un Paese che non investe nella Cultura è destinato alla decadenza

Ora: 6 Novembre 2010 a 23 Novembre 2010
Luogo: Italia
Sito web o mappa: http://www.fondoambiente.it
Tipo di evento: tagli
Organizzato da: FAI
Attività più recente: 23 Nov 2010

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Descrizione evento

All'iniziativa del 12 novembre aderisce anche il FAI, che chiuderà i suoi Beni in tutta Italia. ( http://www.fondoambiente.it ). Il Fondo Ambiente Italiano è una Fondazione nazionale senza scopo di lucro che dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano.

"Un Paese che non investe nella Cultura è destinato alla decadenza". Non lasciano spazio ai dubbi le parole con le quali il Presidente FAI, Ilaria Borletti Buitoni, spiega la decisione del FAI di aderire a "12 novembre 2010: Porte chiuse, luci accese sulla cultura" l'iniziativa promossa da Federculture e ANCI (Associazione nazionale dei Comuni Italiani) per protestare contro l'ultima manovra varata dal Governo: il dl 78/2010 convertito in legge 122/2010, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica.

Il FAI parteciperà chiudendo i propri Beni in tutta Italia. "Il 12 novembre - spiega il Presidente FAI, Ilaria Borletti Buitoni - sarà una giornata significativa e importante per la cultura italiana: per la prima volta chiuderanno al pubblico musei e istituzioni culturali in tutto il Paese in segno di protesta contro i tagli alla Cultura previsti dalla manovra finanziaria. Il FAI aderisce chiudendo tutti i Beni per unirsi allo sconcerto e alla voce di tutti coloro che credono alla cultura come identità del nostro Paese, come consapevolezza e quindi coscienza civile e morale, come educazione per le generazioni future perché imparino a rispettare l'arte e la natura. Un Paese che non investe nella Cultura è destinato alla decadenza. Contro questo ci opponiamo con tutta la nostra forza e passione".

Le conseguenze nefaste della legge in questione non si limitano ai tagli alla cultura, che sono comunque consistenti: circa 280 milioni di euro tra tagli diretti al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, decurtamento del Fus e dei trasferimenti statali agli enti culturali, riduzioni a carico delle amministrazioni locali che potrebbero pesare sul settore per circa 800 milioni di euro nel prossimo biennio. L'applicazione degli articoli contenuti nella manovra, si legge nel comunicato stampa dell'iniziativa, "disegnerà un quadro generale nel quale l'intervento pubblico dovrà fare totalmente marcia indietro, rinunciando di fatto alla possibilità di attuare politiche culturali, sia a livello nazionale che regionale e locale".

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