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INCONTRO D’ARTE E CONVEGNO SU IPAZIA D’ALESSANDRIA

Dettagli evento

INCONTRO D’ARTE E CONVEGNO SU IPAZIA D’ALESSANDRIA

Ora: 2 Marzo 2012 presso 17:00 a 18 Marzo 2012 presso 19:00
Luogo: Caselle Torinese
Tipo di evento: nel, segno, di, ipazia, arte, filosofia, e, cristianesimo, dei, primi, secoli
Organizzato da: stefano rollero
Attività più recente: 13 Mar 2012

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Descrizione evento

COMUNE DI CASELLE T.SE

ASSESSORATO ALLA CULTURA
organizza
(nei nuovi locali di via Basilio Bona)
INCONTRO D’ARTE E CONVEGNO SU IPAZIA D’ALESSANDRIA

(sapiente filosofa, astronoma, matematica e poetessa del IV secolo d.C.)
e una considerazione sui primi secoli del cristianesimo

Mostra d’arte in esposizione dal 2 al 18 marzo con orario visite dalle ore 16,00 alle 19,30.


INAUGURAZIONE MOSTRA : venerdì 2 marzo alle ore 17,30 con introduzione dell’Assessore Luca Baracco e relazione critica di Valeria Massa e Antonio Zappia.
La mostra  proseguirà fino a domenica 18 dello stesso mese.

Espongono: Paolo Abatecola, Quinto Airola, Ben Alfa, Giulio Benedetti, Alberto Bongini, Ivan Cambiolo, Antonio Cannata, Stefania Carollo, Carla Bresciano, Albino Cavaliere, Antonino Favara, Piero Feroglia, Ornella Frola, Rosa Gattuso, Mimmo La Grotteria, Bruna Giovannini, Roberto Giulietti, Antonella Guarneri, Attilio Lauricella, Francesco La Porta, Lorenzo Lo Verni, Francesca Mancuso, Bruno Mantovani, Serafina Marranghino, Lucia Micozzi, Salvatore Martinico, Mirandolina, Mario Mondino, Domenico Musci, Silvio Musto, Franca Valeria Oliveri, Esterina Pereno, Marcello Pisano, Sara Grazio, Salvatore Piazza, Alessandro Paliddo, Michele Privileggi, Maurizio Rivetti, Mario Rizzato, Giovanni Rodaro, Stefano Rollero, Rosato Gerardo, Giusy Romano, Ada Sgrò Falconbello, Claudio Zanni, Rosalia Zutta,  Barbara Penna e Ernesto Cosenza per la fotografia.






VENERDI’ 16 MARZO, ORE 20,45 CONVEGNO SU IPAZIA E IL CRISTIANESIMO DELLE ORIGINI
Interverranno: Don Ermis Segatti – Direttore dell’Ufficio Cultura dell’Arcidiocesi di Torino
Il Pastore Giuseppe Platone della chiesa valdese di Milano
La Dott.ssa Gemma Beretta, autrice di un importante libro sulla filosofa
La Dott.ssa Anna Iaccheo – appassionata studiosa di Ipazia
La Dott.sa Valeria Massa – attenta studiosa delle tematiche femminili
L’assessore Baracco accoglierà gli illustri ospiti
Coordina il convegno Antonio Zappia





Ipazia viene ricordata, ancora oggi, come la prima matematica della storia, anzi, fu la sola matematica per più di un millennio: per trovarne altre, da Maria Agnesi a Sophie Germain, bisognerà attendere il Settecento. Ipazia fu anche l'inventrice dell'astrolabio, del planisfero e dell'idroscopio.

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Commento da stefano rollero su 9 Marzo 2012 a 19:32
Commento da stefano rollero su 16 Febbraio 2012 a 20:21

Chi era Ipazia.
Nel IV secolo ad Alessandria d’Egitto, nacque Ipazia; la data della nascita è considerata intorno al 370 d.C.
Fu ella filosofa, astronoma (a lei è dovuta l’invenzione dell’astrolabio e dell’idroscopio), matematica e poetessa. Madre natura la dotò, oltre della sua straordinaria intelligenza, di una incomparabile bellezza.  Questa donna dalla mente libera e con i suoi studi divenne, come scrivono gli storici del suo tempo, migliore di suo padre.
Donna della virtù del sapere, la filosofa, al termine delle sue giornate di lavoro e di ricerca, indossava il tribon – come si addiceva ai grandi filosofi – e sulla piazza di Alessandria insegnava e introduceva i suoi allievi alle scienze matematiche, all’astronomia ed alla filosofia, spiegando – per oltre vent’anni – a chiunque volesse ascoltarla, Platone o Aristotele e le opere di altri filosofi.

Poiché questa era la natura di  Ipazia, “astro incontaminato della sapiente cultura”, la gran parte della sua città l’amava, la ossequiava grandemente e le persone che ogni volta si prendevano carico delle pubbliche questioni, erano solite recarsi prima di tutto da lei. Si ritiene che avvenne anche per questo il contrasto e la gelosia del vescovo e patriarca di Alessandria Cirillo, che si vuole come l’artefice della sua morte. Infatti, come scrive il filosofo Damascio, «il vescovo era a capo della setta avversa» (in origine setta, come un insieme di persone che seguivano una dottrina religiosa o filosofica), mettendoli rispettivamente  Ipazia dalla parte pagana e il vescovo “ovviamente” da quella cristiana, in una città molto agitata dalle opposte fazioni. Avvenne così che la filosofa, in un giorno di quella primavera, mentre rientrava a casa dopo una sua pubblica apparizione, una moltitudine di uomini – antichi monaci parabalani imbestialiti – la tirarono giù dalla carrozza, la trascinarono nella Chiesa del Cesareo e la spogliarono dalle vesti; nuda la massacrarono con ferocia, le cavarono gli occhi ancora viva e le scorticarono la carne con cocci aguzzi di terracotta. Infine, ridotta in brandelli, la trasportarono al Cineran e la diedero alle fiamme.

Un’infamia alla ragione, alla conoscenza ed al sapere, compiuta dal fanatismo religioso e turbolento che nulla aveva a che fare con lo spirito e con il sublime messaggio di Gesù Cristo. Come nulla ha a che fare con lo spirito e con la giustizia divina, quella politica chiaramente anticristiana e contaminata dall’interesse del potere che, ieri come oggi, corre alla Chiesa sperando di ottenere un maggior consenso elettorale e la Chiesa sovente presta il fianco in un profondo peccato.

Partecipo (1)

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