La moda di Vivienne Westwood è sempre stata legata ai movimenti importanti delle culture giovanili e non. E lei è da sempre un’icona perché non ha mai avuto paura di compromettersi personalmente: è stata una delle artefici del movimento punk quando quella cultura voleva rappresentare la rottura vera con il conformismo borghese, ha recuperato le radici culturali della moda, reintroducendo corsetti, crinoline e faux-cul, quando la moda si è orientata verso il pensiero debole dell’edonismo, ha lottato contro le false accuse di terrorismo quando quelle nascondevano uno strisciante razzismo verso gli appartenenti ad altre etnicità (appoggia apertamente il movimento per la difesa dei diritti civili Liberty) e non si è mai nascosta dietro agli obblighi del suo mestiere.

Ora, e da un po’ di anni, lotta contro la insensibilità dei governanti di tutti i Paesi verso il pericolo dell’inquinamento globale del Pianeta. E lancia appelli a ogni sfilata, senza curarsi troppo delle onorificenza di Ufficiale dell’Impero Britannico e di Dama Comandante dell’Impero Britannico ricevute dalla regina Elisabetta II. A Londra, è uscita sulla passerella della sua linea Vivienne Westwood Red Label indossando una T-shirt bianca con la scritta Climate Revolution e truccata da pirata: baffi e benda nera disegnati con la matita per rendersi comunque riconoscibile.  

[Scritto da Michele Ciavarella in Fashion-zine (http://blog.leiweb.it/moda/2012/09/16/vivienne-westwood-diventa-pirata-per-salvare-il-clima-del-pianeta/)]