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William Kentridge e il rifiuto del tempo. Al MAXXI

Dettagli evento

William Kentridge e il rifiuto del tempo. Al MAXXI

Ora: 1 Gennaio 2013 a 3 Marzo 2013
Luogo: MAXXI
Città: Roma
Sito web o mappa: http://www.fondazionemaxxi.it…
Tipo di evento: mostra, arte contemporanea, teatro, performance
Organizzato da: Fodazione MAXXI
Attività più recente: 27 Gen 2013

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Descrizione evento

AL MAXXI FINO AL 3 MARZO 2013.

The Refusal of Time è un’installazione audiovisiva a cinque schermi, il cui ritmo è scandito da una macchina pneumatica che pompa e respira al centro della sala. Proiettata per la prima volta sui muri di una vecchia stazione in disuso di Kassel alla tredicesima edizione di Documenta, è adesso ospitata dal MAXXI di Roma, come piatto forte della mostra “Vertical Thinking”, a cura di Giulia Ferracci. L’installazione – forte, avvolgente, suggestiva – è un’esplosione di musica, immagini, ombre cinesi con al centro una macchina pulsante di leonardesca memoria che trasporta il visitatore in una dimensione epica e fiabesca, dove il tempo si annulla.

In mostra anche 14 serigrafie inedite e poi bozzetti preparatori per The Refusal of Time, una maquette della messa in scena di Refuse the Hour e sei opere della collezione permanente del MAXXI, di cui alcune esposte per la prima volta.

(http://www.fondazionemaxxi.it/2012/08/07/william-kentridge-vertical-thinking-en-william-kentridge-vertical-thinking/)

 

In concomitanza all’apertura della mostra, il teatro Argentina ha messo in scena lo spettacolo Refuse the Hour. I due lavori di Kentridge sono dedicati alle forme di resistenza alla standardizzazione del tempo, nell’epoca in cui tutti gli orologi del mondo furono sincronizzati e adattati ai fusi.

Sono gli stessi anni dell’invenzione del cinema che, con la sua capacità di riprodurre o invertire il movimento, costituisce a sua volta una forma di ribellione al tempo lineare della storia. Kentridge, che spesso ha usato forme cinematografiche arcaiche come modi di resistenza alle pressioni del contemporaneo, in queste opere porta il suo linguaggio all’estremo. La manipolazione del tempo di scorrimento della pellicola, attraverso l’inversione o il loop, non è solo un accorgimento tecnico che gli permette di risolvere problemi pratici, ma è direttamente connessa con il tema delle opere: il desiderio di sottrarsi a un destino prefissato.

 

Il pretesto da cui nasce Refuse the Hour è il mito di Perseo, una storia che Kentridge aveva ascoltato da ragazzino, raccontata dal padre durante un viaggio in treno. La racconta, in veste d’attore e conferenziere, all’inizio della performance teatrale. L’oracolo preannunciò al re Acrisio la morte per mano di un nipote non ancora nato; nonostante tutti gli accorgimenti presi, il bambino, Perseo, viene al mondo. Il re fa allora in modo di non doverlo mai incontrare e gli affida missioni impossibili come l’uccisione della Medusa. Ma il destino già scritto non può essere contrastato: Perseo, per una serie di circostanze e coincidenze, diventerà un involontario regicida. In scena Kentridge traduce in diversi modi la volontà di sottrarsi al concatenamento delle scelte sbagliate che porta al disastro: la danzatrice Dada Masilo ripete passi e gesti, imprigionata nella nevrosi dell’indecisione tra scelte che potrebbero portare a conseguenze opposte.

FONTE:  Valeria Burgio/ALFABETA 2

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