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tecnica mista, titolata: “Terzigno” (70x60-2010).

In questo quadro ( molto attuale) coniugo arte ed ecologia, e possono intravedersi molte cose:
una porzione di un campo di grano di Terzigno, nel Parco Nazionale del Vesuvio e Patrimonio dell’Umanità, una porzione della discarica di Sari dove il Governo vorrebbe l’apertura di una seconda discarica, la cava Vitiello, dalle dimensioni notevolmente più grandi e destinata ad accogliere i rifiuti della Campania per i prossimi 12 anni. Rifiuti indifferenziati.
Queste discariche equivalgono ad una condanna a morte lenta, per avvelenamento dell’aria, del suolo e del sottosuolo, dei torrenti, dell’agricoltura e di tutta la popolazione vesuviana che vive nei dintorni.
Quest’opera mira a far riflettere sull’incontro-scontro fra società, affarismo, potere, crimine, ecologia, naturale e artificiale, umano e materiale; cercando di far riscoprire l'identità culturale e le nostre identità territoriali, per riappropriarci di valori non negoziabili, e della passione di appartenere ad un paese unico, ricco di storia, arte, civiltà e bellezza che in centinaia di anni, i nostri padri hanno saputo far sedimentare nei luoghi e territori, nel rispetto e nell'amore per l'ambiente, con le sue bellezze naturali, artistiche, architettoniche e le produzioni tipiche.

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Commento da stefano rollero su 25 Novembre 2010 a 11:18
Lavoro esposto nella mostra collettiva di pittura svoltasi presso la stupenda cornice della settecentesca VILLA TESORIERA di Corso Francia 192 a Torino, dal 4 al 15 Novembre 2010

Tecnica mista, titolata: “Terzigno” (70x60-2010).
In questo quadro ( molto attuale) coniugo arte ed ecologia, e possono intravedersi molte cose:
una porzione di un campo di grano di Terzigno, nel Parco Nazionale del Vesuvio e Patrimonio dell’Umanità, una porzione della discarica di Sari dove il Governo vorrebbe l’apertura di una seconda discarica, la cava Vitiello, dalle dimensioni notevolmente più grandi e destinata ad accogliere i rifiuti della Campania per i prossimi 12 anni. Rifiuti indifferenziati. Queste discariche equivalgono ad una condanna a morte lenta, per avvelenamento dell’aria, del suolo e del sottosuolo, dei torrenti, dell’agricoltura e di tutta la popolazione vesuviana che vive nei dintorni.
Quest’opera mira a far riflettere sull’incontro-scontro fra società, affarismo, potere, crimine, ecologia, naturale e artificiale, umano e materiale; cercando di far riscoprire l'identità culturale e le nostre identità territoriali, per riappropriarci di valori non negoziabili, e della passione di appartenere ad un paese unico, ricco di storia, arte, civiltà e bellezza che in centinaia di anni, i nostri padri hanno saputo far sedimentare nei luoghi e territori, nel rispetto e nell'amore per l'ambiente, con le sue bellezze naturali, artistiche, architettoniche e le produzioni tipiche.


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