EBook: se salta l'agency model é una vittoria per Amazon

[Maurizio Caminito]

Ci sono novità nell'inchiesta che l'Antitrust e il Dipartimento di Giustizia americani, stanno conducendo contro alcuni grandi editori in merito al prezzo degli eBook. Secondo anticipazioni dell'agenzia Reuters (http://www.reuters.com/article/2012/08/31/net-us-apple-ebooks-eu-id...), quattro degli editori sotto inchiesta (Simon & Schuster, Hachette, HarperCollins e Holtzbrinck/Macmillan) insieme ad Apple si sarebbero offerti di consentire agli altri rivenditori, quindi anche ad Amazon, di commerciare eBook scontati per un periodo di due anni.

Un'analoga inchiesta era stata aperta nello scorso dicembre anche dalla Commissione Europea, al fine di determinare se «questi gruppi editoriali e Apple [avessero] stretto accordi o messo in atto pratiche illegali con l’obiettivo o l’effetto di restringere la competizione nell’Unione Europea» e il Commissario Europeo per la Concorrenza Joaquin Almunia aveva dichiarato di essere pronto al patteggiamento con gli editori incriminati.

Gli editori si erano accordati con Apple sul fatto che le versioni on-line dei loro libri fossero vendute  su iTunes di Apple, (con Apple che prendeva il 30 per cento dei proventi), con una clausola contrattuale che prevedeva che altri rivenditori, come Amazon, non potessero vendere i libri elettronici a un prezzo inferiore.

Gli editori adottavano, quindi, il modello di vendita “agency model” (anche detto “commissionaire model” in Europa) che prevede che l’editore venda direttamente il prodotto al cliente e che il rivenditore faccia solo da intermediario prendendo una commissione. La conseguenza era che le librerie online non potevano vendere gli eBook a prezzo scontato se non con il consenso dell’editore. I gruppi editoriali sotto inchiesta si sarebbero accordati per adottare tutti insieme questo modello, con l’obiettivo di contrastare la crescente fetta di mercato che Amazon sta conquistando grazie alla sua politica di sconti. 

Pare che quattro dei cinque gruppi editoriali  (Il gruppo Penguin, anch'esso oggetto di indagine, non è stato menzionato)  stiano ora trattando nel tentativo di porre fine all'indagine ed evitare sanzioni che potrebbero raggiungere il 10% del loro fatturato globale.