Archivi, biblioteche, libri e musei. Attività e progetti di innovazione
Con la proclamazione dei tre vincitori di cheFare, si è conclusa la terza edizione del bando. Il concorso è partito a maggio e nel mese e mezzo di apertura della call sono state raccolti oltre 700 progetti da tutta Italia.
Le valutazioni finali operate dalla giuria (composta, quest’anno, da Marco Rossi Doria, Alessia Maccaferri, Andrea Lissoni, Annamaria Testa) hanno portato a identificare i tre vincitori, che saranno premiati con 50.000 euro per uno. Ecco chi sono:
Queste le motivazioni ufficiali:
La giuria del premio cheFare si è riunita sabato 12 dicembre dalle 10 alle 18 e ha esaminato in dettaglio i dieci progetti finalisti. Esprime il suo apprezzamento per l’alta qualità di tutti I progetti presentati e stabilisce all’unanimità i tre vincitori.
Baumhaus – Bologna
Il progetto nasce da una realtà consolidata che negli anni ha saputo generare soluzioni e prodotti innovativi e di riconosciuta qualità. La proposta sviluppa l’intenso rapporto già intrapreso con il territorio e sa dialogare con gli immaginari culturali dei ragazzi intercettandone le difficoltà e le risorse. Si caratterizza per un’idea concreta ed energica della produzione e della distribuzione culturale, con un approccio fortemente partecipativo e la capacità di usare pienamente gli strumenti open source.
La Scuola Open Source – Bari
Si tratta di una proposta solida, coraggiosa, visionaria, ed è espressione di molte anime e competenze che possono dare una spinta importante all’evoluzione di un territorio difficile. Attiva e integra reti locali e reti internazionali, la componente di ricerca e quella di impresa, di educazione e formazione, e di coesione sociale, mantenendo un focus forte sull’apprendimento. È proiettata nel futuro, con solide radici nel territorio e nel saper fare. Vivi complimentui da tutta la giuria.
Tournée da Bar
Nell’assegnare questo terzo premio la giuria esprime un atto di fiducia in un progetto audace, con grande potenzialità in termini di innovazione e diffusione dell’offerta culturale nei luoghi della quotidianità. La visione del progetto fa immaginare una grande rete italiana di offerta culturale informale di qualità, con importanti ricadute occupazionali sulle professioni del teatro e della parola. L’assegnazione del premio prevede però la presentazione di un piano dettagliato di sviluppo del concept su scala almeno nazionale, con un adeguato sistema di gestione, nell’ottica di una moderna impresa sociale.
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