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La Roma che produce cultura 7: Il Grande Cocomero

“C’è un luogo speciale a via dei Sabelli 88/a, nel quartiere di S. Lorenzo di Roma, dietro un vecchio portone sul quale campeggia una grossa zucca un po’ scrostata e contornata da bambini. Forse non è ancora sufficientemente visibile dall’esterno, ma ad intervalli di tempo - che so, a carnevale, halloween, all’inizio della primavera… - presenze ragazzine quasi si materializzano, si sprigionano da esso, con colori, giochi, maschere, voci, voglia di esserci, presenze che animano e colorano in un blitz travolgente le strade del quartiere.”

 

E’ Il Grande Cocomero, sede dell’omonima Associazione di Volontariato per la Ricerca e la Cura nel campo della Psichiatria dell’Età Evolutiva fondata oltre 23 anni fa dal neuropsichiatra infantile Marco Lombardo Radice (http://www.grandecocomero.org/).  

Qui i “laboratori del mercoledì” sono frequentati come attività extraclinica settimanale da piccoli gruppi di adolescenti con problemi psichiatrici provenienti da NPI, accompagnati da infermieri e specializzandi, e sono da sempre un caposaldo delle attività svolte all’interno del Grande Cocomero.  Si tratta di laboratori chiusi, ai quali la partecipazione è consentita soltanto a volontari formati, in grado di accordarsi alle esigenze particolari di questi utenti.

Ma attorno al progetto de Il Grande Cocomero  (uno spazio strappato all'abbandono, come si vede sopra) ruotano tante altre persone: volontari aggregati nel tempo al progetto, operatori nel settore della neuropsichiatria infantile, dell’animazione sociale, della psicologia, della riabilitazione, delle pratiche della solidarietà, oppure, semplicemente, cittadini attivi con la voglia di impegnarsi e di ritrovarsi con altri.

Oggi Il Grande Cocomero (insieme al centro sociale La Torre di Casal de' Pazzi), incredibilmente è sotto sfratto e, secondo una sentenza del TAR, dovrà riconsegnare al Comune di Roma la sede di via dei Sabelli. L'associazione si è vista recapitare un conto da 116.438,78 euro. Tanto, una delle poche realtà per attività ricreative e artistiche rivolte ai minori con disturbi psichici, dovrebbe restituire al Campidoglio. Un ulteriore segnale di quanto la città abbia imboccato una strada senza uscita.

 

C’è una Roma distratta da casaletti ristrutturati e consulenze non dichiarate e c’è una Roma che cerca di resistere al tentativo di cancellare chi, col cuore e col sudore, si è sporcato le mani e ha valorizzato spazi abbandonati dando vita a questa città. Questo, ahimé, rischia di essere il vero ballottaggio.

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