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Re-Bibbia... dedicato alle lettrici della Casa Circondariale

Dita emancipate le strade di città si contraggono davanti a quei cancelli e un pugno chiuso... falangi di cemento... mi si para dinanzi. Il primo passaggio ancora è respiro tra verde di fronde e un sole invecchiato d’autunno che brucia la pelle di viali liberi.

RE che troneggia su muraglie di un grigio silente, tra le mani stringe una BIBBIA a decantare errori di vita in un giorno qualunque.

Isabel era al mio fianco quando stavo per raggiungervi e ha annusato gli odori mancati, i sapori digeriti da un lasso infinito di tempo tanto da… dimenticarli, ha riempito lo sguardo dei toni del grigio, ha ascoltato un silenzio contrito. Isabel camminava con i pugni stretti in corridoi lunghissimi e ibernava le risposte e le domande precipitate lontano dal suo intelletto… giù in fondo al cuore. Isabel avrebbe voluto indossare la sua famosa “tenuta da lappone” perché gli aghi aguzzi di quel passaggio assente di suoni, odori, voci, sguardi, pelle… le assideravano il cuore.
Ho udito la parola “sezioni”… ma l’unica idea che, dopo giri tortuosi, mi ha raggiunta è stata: sezionare l’errore, vivisezionare il cuore, separare il finito dall’infinito, tagliare il dolore.
Eppure c’era un miracolo appostato dietro l’angolo di libertà in attesa: profumi, colori, sguardi, sorrisi a riempire una stanza così piccola per contenerci tutte e soprattutto per riuscire a trattenere l’esplosione di pensieri in corsa verso traiettorie diverse eppur così vicine.
Il ghiaccio dai cuori si scioglie, l’umano vibrare riprende il suo respiro e Isabel, per un attimo dimentica della sua consapevolezza di saper stare in Apnea, trova in voi le branchie per ricominciare a nuotare. E pensa: ”Lì fuori hanno un’idea del reato che abbrutisce le fisionomie di chi l'ha toccato, ma il vero "errore" risiede nell'errore di credere che sia così”.
Mai e poi mai, in tutta la sua storia romanzata, Isabel ha ricevuto tante carezze su palme di pensieri, mai prima d’ora ha sentito tanti abbracci con braccia forti di sguardi teneri, mai e poi mai ha trovato questa comprensione viscerale ed era con voi una sola testa, una sola pancia, un solo cuore.
Sorrisi e lacrime, metafore e domande, dubbi e certezze… li ha raccolti tutti, ad uno ad uno, li ha infilati nelle tasche del “suo cappotto militare” lontano da ogni guerra ma pregno delle battaglie della vita. Quel cappotto sa che
Pensieri
Affogati e delusi
Ruggiscono dentro
Obbedisce la
Libertà se la sappiamo
AMARE
Sarete libere non solo fuori da questa Casa ma libere da voi stesse e dai vostri errori, mai più vittime e mai più carnefici per colpa di un passato che vorrei non vi appartenesse più.
Le tasche del mio cappotto le svuoto qui davanti a questo spazio vuoto per riempirlo del pensiero di voi, parola su parola, respiro su respiro, virgole… punti… interrogativi.
Le riempirò con le vostre lettere, umide dell’acqua della luna, quelle che parleranno di Isabel e quelle che tratteggeranno voi, le vostre fisionomie arcane e sconosciute, le fitte di gioia e di dolore che vi hanno trapassate, le paure tradite dalle ferite e viceversa.
Isabel ripete all’infinito: “Dagli errori si può ricominciare e risorgere dalle ceneri come Araba Fenice". Siamo donne e portiamo in grembo gravidanze preistoriche di rinascite e soluzioni, siamo donne e germogliano in noi possibilità di vita. Non dovremo mai dimenticare dignità e rispetto verso la nostra stessa vita.
Ho amato le vostre mani che stringevano il mio libro, ho amato le vostre lacrime impigliate ad un sorriso, ho amato i vostri sguardi attenti e assetati, ho amato l’essenza di ogni donna che avvicinando Isabel, l’ha amata…amando un po’ di più se stessa.
Credetemi un libro impaginato fitto di parole non ha nessun vantaggio se non ha attento interlocutore, lui può prendere vita solo attraverso lo sguardo animale, istintivo e riflessivo, lui può aver vita lunga solo grazie alle mille mani che ne sfoglieranno le pagine e le vostre mani sono emo

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